Antonio De Concilio (Prignano Cilento 27 giugno 1920; Settimo Torinese 15 febbraio 2003), agricoltore, marinaio, emigrante, operaio specializzato, una vita vissuta attraverso le fasi storiche di un’Italia che, dalle macerie del fascismo e della Seconda guerra mondiale, si solleva e si trasforma in società industriale. Autodidatta, la scrittura poetica per l’autore è scoperta, forma per poter dar corpo alla memoria, alla rivisitazione del proprio passato lontano e recente; il modo per tenersi ancorato alla vita duramente messa alla prova dalla guerra e da un grave infortunio sul lavoro. Alcuni suoi testi, in vernacolo cilentano, vengono pubblicati in occasione di rassegne sulla poesia dialettale, tra cui il Premio Alento del 1995 e del 1998; altri, in lingua nazionale, distribuiti nell’ambito di una cerchia ristretta di persone, amici, parenti. I testi recano l’impronta degli ideali dell’autore, tracciano il profilo di un uomo di altri tempi, capace di indignarsi di fronte alle ingiustizie del mondo e trasmettere, grazie alle proprie solide convinzioni, messaggi di speranza ai giovani.