Ma solo poeticamente abita l’uomo su questa Terra
(Hölderlin Sämtliche Werke)
Se è vero che la poesia possiede la profonda funzione etica di “mantenere l’umanità in contatto con se stessa, con la propria essenza” (Manacorda), allora è anche vero che chiunque la pratichi compie un’opera meritoria, soprattutto in un mondo che sembra aver drammaticamente inibito ogni forma di concentrazione e riflessione. Proprio la tensione verso quel senso ultimo dell’opera poetica, sembra essere l’urgenza che ha guidato Matilde Meazzi nel suo lungo cammino: dalla fase di riconoscimento e sviluppo del proprio ricco mondo interiore, alla restituzione creativa di quanto elaborato in una poetica densa di immagini e musicalità. Così la prima sezione della raccolta, “Anlage” (1975-1995), è il frutto di una ricerca inizialmente pensata dall’autrice come riflessione solo per se stessa, con cui affondare nel sottosuolo le numerose radici della pianta destinata a crescere e svilupparsi in seguito, quando, nelle composizioni più complesse e lunghe di “Come il vapore emancipato dalla gola” (2005-2014), l’espressione poetica finalmente si espanderà per raggiungere l’Altro e diventare comunicazione fruibile.
Lia Nesler