In un Sud lontano dal mare, che solo “si annusa e s’intuisce”, alle falde di un vulcano, terre assolate attorno a un lago ospitano i vigneti dei Baroni Simeto.
In un Nord di monti innevati, in cui "cantine sorgono su colline adagiate ai piedi delle montagne, e il verde si avvita in filari ordinati e alti", vive la famiglia di Paolo Angeli. Mentre "il mostro della crisi addenta!" le due famiglie di viticoltori si associano.
Una scommessa su un futuro da reinventare, ostacolata da subdoli interessi finanziari, avidità di denaro e potere. Dinamiche contrastanti scolpiranno con estro caratteri e figure di intenso spessore. L’onestà e l’ingenua noncuranza di Ignazio, l’affaristico cinismo di Ettore, l’indifferenza colpevole di Adele, la praticità sognante di Paolo, l’arguzia e l’intuito di Chiara. In un gioco di contrapposizioni, mondi si fronteggiano: la tradizione che si scopre modernissima nell’offrire valori autentici, nutriti dall’amore per l’intimo delle cose; una falsa modernità, intrisa di avide ambizioni e sterili egoismi.
Un filo rosso a legare tutto: il vino.
Fra colpi di scena, mentre la luminosità dei paesaggi, del sentire umano, della possibilità dell’incontro, si mescolano all’ oscurità di inquietanti individualismi, la narrazione ci regala il chiaroscuro di un tempo di transizione, il nostro, che corre sulla linea di svolte epocali.