La nebbia è la nube avvolgente del malessere che caratterizza il risveglio umano, nelle prime ore del mattino. È lo stato d’animo, costante, di tre donne, tre amiche: Cecilia, Lisa, Loredana, afflitte da una forma depressiva reale, ma non priva di suggestioni immaginarie. Insomma quel lieve mal di vivere che interferisce nella quotidianità. Siamo di fronte all’antica “melancolia” vissuta ai giorni nostri, che non può sfuggire comunque all’ironia che caratterizza, implacabile, l’impianto di questo romanzo. Cecilia, Lisa e Loredana sono donne senza un rapporto soddisfacente sul piano sentimentale. Ma la vita, come sempre, offre delle opportunità. Eventi che possono essere colti o respinti, sulla base di un agire consapevole ma che fa sempre i conti con le dinamiche dell’inconscio. Accadono cose comuni in questo racconto, si vivono esperienze emotive conosciute: sesso, amore, gelosia, rabbia, maternità, amicizia, e sono esperienze esistenziali che toccano il profondo, anche laddove i vissuti paiono leggeri e superficiali. Ci sono misteri e disvelamenti c’è la continuità della vita che scorre beffarda nonostante i disagi e il disorientamento. Si celebra così il trionfo delle piccole cose che, alimentate da uno sguardo forse un po’ irriverente, costituiscono quella che si definisce la commedia umana.
