Accostare il racconto di una vita trascorsa in maniera assolutamente normale, in una forma discorsiva e semplice, con uno stile scarno e concise, a una serie di brevi episodi riguardanti il rapporto elegiaco padrone‑cane (torna in mente “Platero y yo” di J. R. Jimenez). Nell’intenzione di chi scrive è sposare prosa e poesia, seguendo la propria ispirazione profondamente poetico‑panteistica, evitando volutamente espressioni ricercate, onde dare maggiore veridicità al carattere schivo del protagonista e, nel secondo racconto, basare l’idillio Mollie‑padrone su sensazioni immediate, naives, quasi fanciullesche.