Ottobre 1633. Andrea Mascarello, nobile di provincia dell’Alto Vicentino, viene assassinato sulla porta di casa da due dei suoi bravi a colpi di archibugio. Incaricati delle indagini sono il procuratore di Bassano, Francesco De Zuàn, ex mercante ed ex‑militare di carriera, e il suo vice, Alvise Mocenigo, giovane nobile veneziano inviato da poco tempo in terraferma al fine di procurarsi esperienza dal potente membro del Consiglio dei Dieci, Ludovico Contarini. De Zuàn scopre immediatamente che a Mascarello, precedentemente ai colpi di moschetto, è stato inferta una pugnalata mortale. Si pone all’inseguimento dei due assassini che ritrova, morti ammazzati, in prossimità di un passo di montagna che porta in Trentino, territorio a quel tempo sotto il dominio dei vescovi‑conti della famiglia Marchisio, di fatto alleati degli Asburgo d’Austria, nemici giurati della Repubblica di Venezia e, a quel tempo, impegnati nella brutale Guerra dei Trent’anni. Nello svolgersi dell’inchiesta De Zuàn intuisce che la morte di Mascarello è stata ordinata e orchestrata da soggetti diversi, verosimilmente non in relazione tra di loro. Mascarello era partecipe, come personaggio secondario, di un complotto asburgico per destabilizzare la Repubblica di Venezia. D’altra parte, questo complotto e l’indagine stessa si intersecano con rivalità di tipo prettamente economico all’interno della famiglia Mascarello e della volubile nobiltà di provincia.