Poesie e prose brevi in dialetto veneziano
Le poesie delle Caminàde sono divise in due momenti. Il primo, così come il secondo, raccoglie sette poesie titolate e tre non titolate. I due momenti, e tutto il libro, hanno poi un proemio che contiene una poesia della lunghezza uguale alle altre poesie titolate. In chiusura, infine, si inserisce un terzo momento composto da dieci prose brevi. Lo schema strutturale e i titoli dei vari componimenti evidenziano già a primo avviso che, come in una passeggiata attraverso calli, campielli e canali si incontrano nel percorso vari momenti e monumenti da immortalare, la disposizione dei testi è qui a sequenza. Una sequenza quasi cinematografica.
L’argomento sembra ricondursi a vari episodi di un unico amore. La descrizione di tale amore avviene sfogliando il libro stesso ma non è a ciò che il lettore si deve ricondurre. Mai scandagliare la vita privata del poeta. È una delle regole basi del rispetto che si deve avere nei confronti di un’opera di poesia. Piuttosto sempre il lettore avrà da sé, sfogliando e leggendo i testi, un’idea oggettiva del fatto che la componente più forte di queste parole non è l’amante ma la semplice ispirazione nel senso più lato del termine amore.
Non servono altre parole per accompagnare queste Caminàde nella loro lettura in quanto esprimono già esse stesse quella forte intenzione di ragion d’essere. I componimenti scevri da qualsiasi sovrastruttura dichiarano la loro appartenenza alla lingua del veneziano come alla lingua dell’amore in quanto la città stessa è diventata simbolo di questo stato d’essere.