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Radici
profonde nel grembo di un monte
conservano
un sepolto segreto
di origini –
e quello per cui mi riapro
stelo
di pallide certezze.
(da Radici di Antonia Pozzi, 1935)
Protagonisti di questa raccolta di poesie di Matilde Meazzi sono alberi, piante e fiori intessuti nelle narrazioni mitiche o leggendarie.
Le piante non sono riconducibili a un contesto paesaggistico, ma si configurano come entità misteriose pregne di storia e storie che ne definiscono le visioni da esse ispirate fin dalle culture più antiche.
Le loro peculiari modalità di interazione con il mondo esterno, le loro capacità che ci sorprendono per la sensibilità che dimostrano nell’interazione con le azioni umane sono state scoperte da recenti studi scientifici, ma nulla toglie all’aura che le piante sono ancora capaci di comunicarci e che si manifesta in ritmi di “canti verdi”.
La condensazione che caratterizza le poesie indica la difficoltà di comunicazione che l’uomo incontra nel suo desiderio di comprendere quello che vive come isolamento del mondo vegetale, forse superabile nella riscoperta dei miti che pongono le piante al centro della vita del Cosmo.