Dies Irae
A Cuba per più lustri come collaboratore di Istituzioni Pubbliche, l’Autore ha condiviso con i cubani la loro vita reale e quella virtuale: il paradosso della difficoltà di coniugare quotidianamente colazione, pranzo e cena con l’illusione della libertà garantita dalla Revolución, partecipata obtorto collo. Tutto ciò è comparato con la vita reale e virtuale della società italiana attraverso la narrazione di vicende fantastiche, talvolta surreali, raccontate come fatti di cronaca, con tollerante ironia. La prima parte esamina il Castrismo e il Berlusconismo, due mondi chiamati a giudizio davanti al Padreterno con una finzione processuale che si conclude con la beatificazione di Fidel e di Silvio. Nella seconda parte la comparazione tra Cuba e Italia è sviluppata attraverso sarcastici racconti imperniati su varie e inusuali “Forme di saluto”. I capitoli della terza parte forniscono “Istruzioni per l’uso”, finalizzate all’applicazione pratica nelle situazioni concrete. La quarta parte è dedicata ai problemi che affliggono i rapporti di vicinato tra Cuba e Stati Uniti caratterizzati, sin dal 1903, dalla presenza americana nel territorio cubano di Guantánamo e, dal 1960, dall’embargo economico contro Castro.
“Il nuovo libro di Giuseppe Dal Farra, bellunese colto e irrequieto, è un felice incastro d’invenzioni fantastiche, analisi sociopolitiche, storie di paese e di Paesi, riflessioni di giurisprudenza comparata e tanto altro. Con scrittura elegante, vivacizzata da sottesa ironia, Dal Farra rende partecipe il lettore della sua curiosità e voglia di conoscere, e nel contempo informa, con il credito di verità acquisito dalla sua lunga e operosa esperienza diretta”.
Gianfranco Candiani
“Un’altra tessera del mosaico che l’Autore, da anni, sta componendo sugli aspetti della cultura materiale e sulle manifestazioni dell’immaginario collettivo del popolo cubano. Ma questa volta si è lasciato particolarmente andare al piacere di raccontare, intersecando nella narrazione, in una sintesi sincronica, i piani del ricordo personale, delle valutazioni politiche, delle riflessioni etiche, delle esperienze di lavoro e di relazioni sociali a Cuba. Il tutto esposto con un registro linguistico adeguato alle varie situazioni comunicative e caratterizzato da un comune denominatore: la curiosità intellettuale, che lo porta a osservare attentamente e a penetrare la realtà con la quale interagisce, e la sua incondizionata ammirazione per l’Isola”.
Rosetta Girotto