Il racconto del Cermis
Francesco ha due grandi passioni: i film di Paul Newman e il mare. Ma vive in montagna e “guida” una funivia. La vita per lui è una continua lotta con l’insoddisfazione, combattuta in costante equilibrio tra piccole gioie ed enormi, inevitabili delusioni. Un viaggio accidentato alla continua ricerca di se stesso che si interrompe bruscamente il 3 febbraio 1998, quando un aereo partito dalla base militare U.S.A. di Aviano trancia i cavi della funivia del Cermìs, in Trentino. Una cabina precipita nel vuoto causando la morte delle venti persone a bordo. Dall’altra cabina, solitario, Francesco assiste impotente e qualche tempo dopo decide di mettersi a scrivere.
È un racconto, il suo, ricco di coincidenze, premonizioni e ricordi che parte da un’infanzia segnata da un’altra tragedia e giunge ad una maturità segnata dalla piena consapevolezza del proprio stare al mondo.
A fare da spartiacque, lo scellerato volo di quel martedì di febbraio, "danno collaterale" di un'ingiustificata prevaricazione militare, emblema di ogni abuso di potere, quasi sempre posto in essere a danno della gente comune.
Ma per Francesco quella tragedia non è solo un fatto politico, o la conseguenza della stupidità umana. Perché è convinto che accanto a questo mondo, tangibile, limitato e oscuro ve ne sia un altro inconosciuto, luminoso e infinito, forse legato a quella che Kant definì "metafisica della natura”.
Ecco allora emergere nel romanzo i mondi invisibili, quelli che per il protagonista di questa storia vibrano misteriosi tutt’attorno, offrendo segni e dando corpo alle ombre, specie nella solitudine e nella semplicità d’animo tipiche delle genti di montagna. Racconti tramandati di generazione in generazione che non forniscono prove, ma sanno maledettamente di autentico.
Pino Loperfido propone un testo completamente nuovo in cui, accanto ad una ricostruzione quasi giornalistica dei fatti dona al lettore le avventure di un’anima curiosa. Di un uomo destinato a scoprire che l’unica attività o passione che non delude mai è proprio la ricerca delle ragioni per cui tutto sembra destinato, ogni volta, a deludere. L'ingiustizia può anche piantare il suo vessillo nero, ma misteriose presenze vagano dall'eternità di fianco al viandante. Delle volte basta solo sintonizzarsi con fiducia per riuscire a coglierne le frequenze.