Marcovalerio Di Schiena in questa rielaborazione unicamente formale, e non dunque sul piano contenutistico, della sua tesi di dottorato, si occupa di decision making da una prospettiva che cerca di integrare le scienze cognitive con le neuroscienze e la filosofia. A partire dai lavori di Tversky e Kahnemann, Di Schiena mostra gli sviluppi della Teoria del Prospetto dagli anni Sessanta del XX secolo sino al 2010, passando per Gerd Gigerenzer (Gut Feelings, Penguin, 2007): uno dei cardini della capacità di discriminare e decidere è less is more; tale motto ha piena legittimità filosofico-teoretica, per via della necessità intrinseca della costruzione di “ponti” tra i livelli, altrimenti irrelati, di una qualsivoglia datità sotto esame. Solo una struttura scarna garantisce una maggiore disponibilità di ponti virtuali, grazie soprattutto all’inestricabile network, costituito dalla zona prefrontale e dal cervello emotivo (talamo, ipotalamo e amigdala), il nucleo della vita mental, che si attiverebbe sulla base dei marcatori somatici con effetto generale sul processo rappresentativo, tanto quanto, su quello di formazione categoriale prototipica, centrale nella cognizione umana.