Sentieri di teologia razionale
È possibile parlare razionalmente di Dio in una società pienamente secolarizzata? Nel corso dei secoli, il concetto di “metafisica” è stato oggetto di fraintendimenti stratificati, fino a diventare quasi sinonimo di un’assurda pretesa di “fotografare” una realtà immutabile. Eppure, nel suo senso più profondo, metafisica è l’esatto opposto dell’immobilità, configurandosi, piuttosto, come incessante e instancabile interrogazione del fondo del reale. In questo testo, l’autore recupera il senso autentico della metafisica greca in dialogo con la grande tradizione giudaico‑cristiana. Per Aristotele, la “filosofia prima” (in seguito chiamata metafisica) è riflessione sulla fisica e culmina nella teologia, discorso di Dio. Tommaso d’Aquino, più di ogni altro pensatore, porta a compimento l’immensa architettura aristotelica.
Il lettore, che avrà interesse a partecipare al ragionamento contenuto nel libro, troverà antichi echi della tradizione aristotelico‑tomista che risuonano ancora più potentemente nell’epoca del nichilismo compiuto. Un ragionamento che, nell’interrogare il fondo del reale, non può prescindere dalla scienza moderna, in particolare dalla fisica post‑galileiana. La possibilità di elaborare un discorso razionale su Dio, che tenga conto dei nessi tra segni e reale, non riposa su assunti aprioristici, ma è l’esito di un procedere analogico quale condizione di possibilità di ogni forma di conoscenza, dalla matematica alla poesia. Ed è attraverso l’analogia che traspare la razionalità della Rivelazione stessa.