In ognuno di noi vivono predisposizioni al male spesso non riconoscibili. Vi sono metodi per usarle come strumenti di crescita personale e per favorire relazioni positive con gli altri?
La cattiveria ha permesso all’Homo sapiens di sopravvivere all’interno di un mondo selvaggio permeato di aggressività e di lotta per la sopravvivenza e, nelle varie civiltà, anche in quelle della nostra epoca, è stata capace di plasmare caratteri della personalità a volte addirittura vissuti e percepiti come aspetti della bontà. La cattiveria, però, può essere usata come energia – ed è qui la proposta innovativa e sorprendente dell’autore – in modi tali da permetterci di edificare altruismo, caratteri indipendenti, serenità psicologica. Unendo semplicità d’esposizione a profondità di analisi e spaziando in vari campi del sapere umano, l’autore giunge a proporre metodi educativi che hanno al loro centro la relazione mente‑corpo. Questo libro risulta essere anche un viaggio all’interno di ipocrisie e condizionamenti sociali; un viaggio che ci conduce alla scoperta di comportamenti individuali e culturali inattesi e sorprendenti.