Padova è una città di consistente spessore artistico e vanta opere pregevoli presenti in chiese, basiliche e palazzi. Ma se la Padova più conosciuta, che attrae numerosi studiosi e visitatori, è quella del Tre, Quattro e Cinquecento, esiste anche una città artisticamente poco nota, che riguarda gli affreschi delle chiese collocabili fra il Sei e Settecento che, pur non vantando opere di pari valore artistico, comprende pagine pittoriche di qualche rilievo. Lo studio di questi artisti, tutti veneti tranne alcuni, ha riservato non poche difficoltà a causa della scarsa disponibilità delle fonti informative. Oltre i pittori minori o anonimi del ’600, emerge l’artista Pietro Liberi che eseguì nel 1665 un significativo affresco nella sagrestia del Santo. Tra gli artisti minori del ’700, spiccano i famosi Sebastiano Ricci, Pellegrini, Vernansal. Nella Biblioteca Antoniana, nel 1702 il Pellegrini è affiancato dal quadraturista Focchi che ha introdotto qui, per la prima volta a Padova, una nuova architettura scenografica, diversa da quella presente nel secolo precedente. Un esempio padovano che avrà seguito presso altri decoratori nelle ville settecentesche venete e nei palazzi di città.