Migrazioni e culture nella preistoria d’Italia
Posta al centro del Mediterraneo e con una conformazione tale da formarvi quasi uno sbarramento; con uno sviluppo costiero peninsulare di 4.000 chilometri e di 3.500 delle sue isole maggiori; separata dal resto dell’Europa dalla più alta catena di monti del continente, l’Italia non poteva che essere destinata a subire nei millenni innumerevoli invasioni e migrazioni di popoli provenienti dal mare. Soprattutto perché in epoca remota erano i mari a unire le popolazioni e le distanze terrestri a dividerle. In epoca preistorica è presumibile che la diffusione di nuove tecniche e culture e le sostituzioni linguistiche sia stato determinato dall’arrivo di élites organizzate e/o armate ma civilmente e tecnologicamente più evolute rispetto alle popolazioni autoctone. Anche il fenomeno del megalitismo (dolmen, menhir ecc.), pur essendo tipico dell’Europa continentale, sembra essere pervenuto nel territorio italiano dalle coste iberiche e dal mezzogiorno francese, bypassando la catena delle Alpi. L’analisi delle costruzioni conferma l’ipotesi di molti archeologi anglo‑sassoni (Hoskin, Thom, Hawking, North ecc.) concernente il loro orientamento astronomico. Per un numero molto rilevante di casi, infatti, esse risultano orientate verso gruppi di stelle cui era riconosciuto un ruolo totemico e/o verso particolari fasi del moto solare o lunare. Altrettanto risulta dall’esame dell’orientamento dei nuraghi sardi. Tra gli apporti trans mediterranei, si ritiene che sia stata fondamentale per la civiltà italica la “diaspora” dei cosiddetti “Popoli del Mare”. Con tale nome si fa riferimento a una confederazione di popoli che tentò di invadere l’Egitto intorno al 1200 a. C e poi, dopo essersi temporaneamente stabiliti nell’attuale Palestina, avrebbero popolato altre coste del Mediterraneo. I miti e le leggende collegati alla fondazione di Roma sono stati analizzati sotto il profilo “totemico” e quello delle primavere sacre. Era questo un fenomeno migratorio interno della dorsale appenninica, a sfondo religioso, che ha condotto al popolamento della penisola. Infine, ci si è diffusi a esaminare il contesto storico‑politico delle città megalitiche preromane, giungendo a ritenere fondata l’ipotesi circa la derivazione greca della più perfezionata tecnica di costruzione di tali opere. Per quanto riguarda il metodo d’investigazione, si è ritenuto di procedere in analogia con quello messo a punto da Bob Woodward e Carl Bernstein. Secondo i due giornalisti del Washington Post, autori dell’inchiesta sul caso Watergate, che portò alle dimissioni di Richard Nixon dalla carica di Presidente degli Stati Uniti, tre indizi convergenti formano una prova. Se al lettore sembrano pochi, facciamo notare che alla Procura della Repubblica italiana ne bastano due per chiedere il rinvio a giudizio dell’indagato e affidarsi al “libero convincimento” del giudice.