Il destino non ha luogo, non ha forme né argomenti. Ci sfiora questa sua capacità di relegare al tempo le sorprese e gli imprevisti, come il bacio del vento tiepido sulla nostra primavera: eppure, dietro la spinta iniziale che sancisce ogni principio, si nasconde il più affabile degli inganni. Ciò che si prospetta, dinanzi allo sguardo istruito, è l’ultima tappa di un itinerario che si svuota delle gerarchie autarchiche dell’io e abbraccia la potenza generatrice del mondo come nuova, possibile realtà collettiva.