Dalle risaie, alla spedizione in Russia. Ricordi di un giovane autiere (1940-1943)
“Le guerre sono impersonali: coinvolgono, stravolgono, e uccidono mutando aspetto. Tuttavia, l’odio che le accomuna, le rende sempre uguali a se stesse”.
F. U.
Il “Soldato di Campagna” narra la storia di un uomo dedito al lavoro nei campi e alla famiglia, che di punto in bianco, a causa di eventi più grandi di lui, viene catapultato in un altro mondo. Un mondo fatto di colpi di mortaio, bombardamenti, gelo, e morte. Il contesto è quello dei primi anni ’40 e siamo a ridosso della Seconda Guerra Mondiale. Giuseppe Ubezio si trova in marcia verso il fronte Russo insieme a migliaia di altri giovani italiani. Questa è la sua storia: quella di un uomo semplice, costretto ad affrontare prove terribili e mettere in gioco tutto se stesso pur di sopravvivere in un ambiente proibitivo. Ma soprattutto è la storia di un uomo che grazie ad una fede incrollabile e all’attaccamento alle proprie radici riesce a ritrovare la strada di casa. Dunque le gesta eroiche, gli sforzi ed il coraggio, vanno a braccetto con le umane debolezze. Ciò che in ultimo emerge è la straordinaria forza d’animo tipica degli uomini di un tempo, sorretti da principi ed ideali veri.