Note sulla funzione architettonica della politica
È davvero accettabile una politica sintonizzata sulle sole emozioni, una pura democrazia di opinioni, che assomiglia sempre più a un carpe diem effimero e superficiale? La risposta dell’autore è no. Abbandonata questa scorciatoia scivolosa e inconcludente, occorre ritrovare una nuova strada maestra. È tornato dunque il tempo propizio per i costruttori della nuova polis, coloro che, ripudiando l’umiliante angustia di una politica di sopravvivenza, mirano a una forte progettualità, che l’autore non esita a definire “architettonica”. Per questo l’autore prende spunto dal grande architetto Gaudì e, facendo riferimento alla sua magnifica impresa “incompiuta”, la Sagrada Familia, ricerca i punti di contatto con la funzione e l’ambizione architettonica della politica. Inizia così un viaggio in estensione, profondità e altezza che accomuna in questa mirabile missione i grandi filosofi dell’età classica e medievale ai pensatori contemporanei; la più illuminata cultura laica con gli ultimi pontefici. Da Platone a Simone Weil, da San Tommaso a Gobetti; percorso in cui non possono mancare i pilastri della politica di ispirazione cristiana, su tutti Sturzo, De Gasperi, La Pira.