Stiamo vivendo le nostre vite in un tempo indigesto, faticoso, incomprensibile, particolarmente difficile. Il Covid-19 ci ha precipitati negli abissi di una perdurante sospensione dominata dall’ansia, dalle paure, da una pena che si è gradualmente amplificata, divenuta insopportabile, angosciosa. Chi più chi meno, siamo tutti turbati da queste imbarazzanti emozioni e a poco vale il parere di chi ci racconta che si tratta di una monade biologica infinitesimamente piccola, invisibile a occhio nudo, improvvisamente precipitata nel nostro mondo dopo essersi stufata di vivere dentro il pipistrello per ragioni che non ha voluto ancora raccontarci ma sulle quali dovremmo pur interrogarci; un qualcosa meno di niente che è stato però in grado di mettere a soqquadro tutto, contagiandoci, replicandosi, facendoci ammalare e anche morire. Ingigantendo, d’un sol colpo, le povertà e le disuguaglianze sociali che già esistevano ma che sono cresciute a dismisura nella nostra totale e più completa indifferenza narcisistica.