La mia carriera di poeta s’inaugura a diciassette anni con le prime poesie dedicate ai miei genitori. Di lì una serie di emozioni trascritte, giorno dopo giorno; “Inchiostro delle mie brame” celebra l’inizio di un disagio provato in una società che tende a isolare piuttosto che a unire. C’è in questa esistenza qualcosa che sfugge, come anguille d’acqua dolce: c’è sempre qualcuno di cui non ci si può fidare! Un’ipocrisia con i guanti di velluto nero. Un legame affettivo con le vecchie tradizioni che trasformano tutto in velenosi pregiudizi. I tabù sono come spine per le rose, proteggono da corpi estranei. Questa raccolta esprime l’amore verso l’unica potenza che ci assiste nella precarietà di pensieri, azioni, parole: la fede nel Signore. A volte ci sono frammenti di amara delusione nei confronti della vita, altre volte di lieta speranza. Bisogna rinnovarsi, credere nelle proprie idee geniali, imparando, conoscendo, rifiutando e selezionando ciò che può far bene al cuore. La morte non è una punizione ma un segno del destino: è già scritto! Nonostante sia molto dolorosa, bisogna accettarla in funzione dell’amore per Dio! La vita è una matita rossa che corregge gli errori, evidenziandoli: siamo tutti dei comuni mortali!