Si possono scrivere belle poesie? Può la solitudine essere creativa? Le risposte a queste e ad altre domande che l’autore si pone, si trovano tra le pagine di La fatica di non pensare, ultima opera firmata Mauro Fornaro. Vi ritroviamo le medesime tematiche de Una complessa semplicità: riflessioni critiche sull’attualità politica, solitudine e incomunicabilità nella società contemporanea, Charles Bukowski e la letteratura americana. Ma anche Rousseau, l’Argentina, i Tupac Amaru. Un’aspra critica ai nostri governanti è seguita da una descrizione della Turchia cara a Mauro, quindi racconti di vita, talora righe colme di tenerezza. E poi, gli alberghi. A questi luoghi di passaggio, contenitori temporanei di mille storie diverse, Mauro dedica un’intera sezione, la più interessante del libro: si tratta di scene di grande immediatezza, quasi brani cinematografici. Difficile immaginare come tutto ciò possa convivere in una sola opera. Eppure, come il “lungo girovagare dei pensieri che portano in nessun posto”, così i componimenti si susseguono senza un filo logico e forti del verso libero. Forse in questo sta il fascino della raccolta: girovagare insieme a pensieri dell’autore ha il suo perché.