“A mia figlia, per non dimenticare”. Sono le prime parole di questo romanzo, in cui le tumultuose avventure della famiglia Kharčenko fanno conoscere il drammatico scenario della prima metà del XX secolo in Ucraina. Le tragiche vicende della Guerra civile russa, la collettivizzazione forzata, la grande carestia, le purghe staliniane, la Seconda guerra mondiale, sono gli eventi qui narrati che sconvolsero in ugual misura il destino dei Kharčenko e dell’intera società. Questi avvenimenti fanno da sfondo alla grande storia d’amore, resistenza e speranza di Ivan e Natalia – ricostruita minuziosamente nella sua tragicità grazie agli archivi storici consultati – che sfida la sofferenza e la distruzione. Nel susseguirsi dei colpi di scena – tra fughe, commissariati di polizia, prigionie, deportazioni e orfanotrofi – l’amore e la perdita si mescolano in un’incessante sinfonia di emozioni. Ivan, Natalia e la figlia Sveta incarnano i valori di un popolo che si aggrappa alla speranza anche quando il mondo intorno a loro sembra crollare.
Ho trovato questo libro estrenamente avvincente. Il romanzo invoglia alla lettura mantenendo il lettore con il fiato sospeso per scoprire cosa avverrà poi capitolo dopo capitolo, cosa che da tempo ho faticato a trovare in altri romanzi. Considerando che quanto narrato non è frutto di fantasia ma di una realtà storica, si ha l'impressione più che essere testimoni di quanto narrato, di accompagnare e vivere con i protagonisti i loro stati d'animo e le loro vicissitudini.