Storia minima dagli Altipiani Cimbri
La scala di pietra è la storia di una vecchia casa e della sua scala di pietra antica, bianca, lucida e levigata da tanti passi. È la biografia di una famiglia e il racconto di un luogo la cui innocente, apparente semplicità nasconde tesori. Dalla casa, dal caldo della pietra antica, risuonano i passi dei tanti che hanno risalito la scala, rassicuranti come numi tutelari a difesa della memoria che nutre il presente e prepara il futuro di quelli che verranno. È un libro “a quattro mani”, come una sonata di pianoforte: dissonante, armonica, potente, delicata. Due voci narranti che rimbalzano nei cieli tersi sopra le montagne, guizzano nell’acqua scrosciante dei torrenti, camminano nei boschi fitti, riposano nel silenzio delle radure, si affacciano tra le rupi cercando pianure rassicuranti. Due tempi ma un unico luogo che fa da sfondo alle vicende familiari e storiche dove si svolge la narrazione. I confini, segnati dalle trincee, ancora raccontano la disperazione e il dolore, cercano risposte, parlano di pace. Le voci sono diverse ma compatibili, sono complici e amanti. Si svelano per raccontare una storia “minima”, ma non per questo poco importante. Si rincorrono sull’onda della memoria e dei ricordi, dono incomparabile che facciamo, prima di tutto, a noi stessi.