Lo storico James D. Tabor, dopo la scoperta in Germania della tomba di un soldato romano di nome Tiberius Julius Abdes Pantera, ha ipotizzato che Gesù fosse figlio illegittimo di Maria di Nazareth e che il padre naturale di Gesù avrebbe potuto essere proprio Abdes Pantera. La sua ipotesi, analizzata nel prologo di questo romanzo, viene messa in discussione dall’autore, che ne propone una diversa. Egli racconta così, tra storia e fantasia, vicende lontane legate alla terra di Palestina. La narrazione ha inizio nell’anno 5 a.C., a Sefforis, città del Regno di Galilea, quando una ragazza ebrea di nome Miryàm incontra e s’innamora del soldato Abdes Pantera.
“Un’impresa enorme che non potevo affrontare in modo sbrigativo e con leggerezza – sostiene l’autore – perché era necessario tenere nella giusta considerazione ciò che avrei scritto per essere all’altezza dei temi trattati”.
L’autore pone l’accento sul profilo umano dei personaggi. Come in un grande affresco moderno, donne e uomini vengono dipinti come persone comuni, contraddistinte da sentimenti che intercettano il modo di sentire dei giovani d’oggi.
Il lettore potrà trovare, nei protagonisti del romanzo, figure da emulare, esempi a cui ispirarsi, modelli in cui riconoscersi e con i quali, valutando le proprie scelte di vita, eventualmente confrontarsi.