Um die Buche
Il libro è indirizzato ai cinque nipoti che sono esortati alla lettura e alla conoscenza. Il testo è concepito come una raccolta di saggi che trattano temi diversi: alcuni sono strettamente scientifici, come quelli sulla struttura della materia e sull’origine del mondo e dell’uomo; altri riguardano il comportamento umano, i rapporti sociali e quelli con gli animali; altri ancora vari settori della cultura, dalla poesia alla prosa, dalla pittura all’architettura e alla musica. La parte centrale ha contenuti autobiografici e racconta episodi di vita e le esperienze cui vanno incontro i medici internisti e gli ematologi universitari e ospedalieri. L’autore è consapevole che alcuni capitoli sembreranno inadeguati a chi ha una conoscenza già approfondita della materia, ma invita costoro a leggerne altri per scoprire di quante nozioni interessanti e di quante meraviglie si privi una mente troppo specialistica. L’uomo che pensa, nei limiti del possibile, dovrebbe infatti aspirare all’universalità della conoscenza e ciascuno di noi rendersi conto umilmente di conoscere ben poco dello scibile. Lungo tutto il libro aleggia l’idea di Dio, idea alla quale nessuna psiche umana normale può sottrarsi. Nel libro: «La creazione del mondo», Jean d’Ormesson ha citato un autore anonimo che scrisse al riguardo una frase paradossale ma densa di significati: «La cosa più importante è Dio, che esista o non esista».