Il tema di fondo di questa raccolta di poesie sono le ferite del tempo.
La silloge si apre con il ricordo della deportazione degli ebrei da Milano in Germania e si chiude con una severa riflessione sul crollo del ponte Morandi a Genova. Nel mezzo altre ferite pubbliche e private: la violenza contro il negro (Straniero il freddo / vento della violenza, / non il colore della pelle. / […] Tra il bianco e il nero / arbitro il sole: / immota la bilancia / sull’asse dell’amore), la malattia, la solitudine, la vecchiaia, la morte, il terremoto, la dittatura dei media e la crisi della poesia (Cenere dei media / le parole vuote / del moderno Parnaso. / Terra desolata. / Qui non c’è / suono d’acqua / né umana speranza. / Solo Narciso si moltiplica / specchiandosi nello specchio / di un milione di parole), la guerra e le sue violenze fisiche e psicologiche, ma, oltre le spine del tempo, forte deve essere un lascito di luce e di speranza, una seria presa di posizione contro la retorica che nega Dio e santifica la violenza, contro tutto ciò che vuole a brandelli la verità dell’umano (Da tempo è in coma / la luce del giorno. / L’alba si confonde / con il tramonto. / Parole vuote / cadono nella trappola / della retorica aerea / che bombarda l’innocenza / e santifica la violenza. / Ogni seme è bruciato / dal nero fuoco delle parole.).
L'autore ha voluto interrogare la storia, la vita e cogliere le fragilità e gli eroici moti dell’animo umano.
Per lui lo stile deve essere evidente nel lessico, nella sintassi, nel ritmo delle parole e delle metafore, nell’epifania del pensiero, nella forza evocativa e allusiva, nella trasparenza e nella intensità‑profondità del dettato poetico. La sua poesia vuole essere onesta espressione di un contenuto di immagini e di pensiero, capace di coinvolgere profondamente la sensibilità e l’intelligenza del lettore.