La metafora “eclissi” è del padre e scivola su altre figure identitarie e istituzioni, come la famiglia, la scuola e altre, tutti soggetti ad un processo di destrutturazione-ristrutturazzione identitaria e funzionale intimamente coerente con la società liquida e consumistica odierna. Sostengo l’eclissi e non l’assenza loro, come i più fanno. In questo scenario di perdita di umanità origina e si alimenta il fenomeno complesso della dipendenza patologica, specie quella giovanile. La dipendenza patologica, sia nelle modalità di controllo sia nell’intervento curativo, per l’allarme sociale conseguente, diviene sinonimo di “lotta contro…” quasi a dare anima ad una sostanza che anima non ha. Io credo che l’itinerario, sia nella prevenzione che nella cura, deve tendere a ristrutturare le identità attraverso un processo di umanizzazione e di narrazione delle vicende umane. La dipendenza patologica, come vicenda umana, non può essere straniera di questo processo di umanizzazione e narrazione.