9 marzo 2020. Il Premier Giuseppe Conte annuncia in diretta nazionale il lockdown per l’Italia, prima nazione europea a compiere questa scelta così radicale. L’epidemia non si ferma, i numeri dei contagi galoppano: è necessario fermare il Paese, tranne che per i servizi essenziali. Iniziano così i settanta giorni di clausura forzata che mai saremmo stati in grado di immaginarci, neanche dopo la visione del più distopico dei film. A raccontarceli in “Lettere feline dalla quarantena” è Gatta, una randagia passata a miglior vita domestica che, come tutti, si ritrova bloccata dentro casa. Situazione di per sé non troppo disdicevole, se non fosse che dentro casa insieme a lei, sette giorni su sette e 24 ore su 24, si ritrovano bloccati pure gli amati-odiati Umani. È attraverso i suoi occhi felini, naturalmente saggi e al contempo cinici, che scopriamo quello che succede di settimana in settimana: le misure sempre più restrittive che vengono adottate, la drammaticità delle notizie date dalla televisione, ma anche i buffi passatempi cui ricorrono gli Umani per occupare quell’infinito tempo a loro disposizione dentro il finitissimo spazio di un appartamento in una grande città come Roma.