Diario di un viaggiatore di inizio Novecento nato lungo le sponde dell’Adige
In un plico di carte ingiallite dal tempo, rinvenute casualmente in un mobile antico, si evocano le vicende straordinarie e avventurose di un uomo vissuto lungo le sponde dell’Adige, nella piana Rotaliana (Königsberg) tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. I documenti rinvenuti sono interessanti e curiosi appunti di un diario in cui si narrano episodi di viaggi romantici lungo le vie dell’Impero austro-ungarico. Il viaggiatore rotaliano, nei suoi appunti, descrive le avventure indimenticabili e la vita quotidiana contadina del tempo, scandita da riti arcaici e dal susseguirsi delle stagioni. Il giovane Aurin – questo il nome del protagonista, un romantico contadino, musicista autodidatta – attraverserà le fantastiche e misteriose terre di Francesco Giuseppe, vivendo intense e indimenticabili emozioni. L’immane tragedia della “Grande Guerra” interromperà bruscamente il diario di quell’epoca bucolica e fastosa (Belle Époque).