Migro con ali sfreccianti, 24 testi densi di poesia.
Questa seconda raccolta di Luca Martinalli, pur non ricorrendo al verso tradizionale, dà della tradizione al suo dettato un andamento particolarmente musicale che, per la velocità, attiene senza dubbio al titolo caratterizzandosi per un ritmo intenso.
Infatti, il suo presupposto è il viaggio. Non un viaggio realistico che parte da un dove per giungere a un altro dove determinato, ma un viaggio, per così dire, trascendentale che sottende alla figura dell’autore, per altro ben definita in diversi testi, l’uomo contemporaneo che sa o che vuole certamente muoversi, ma non sa o non vuole sapere la sua meta.
Infatti, se il qui e ora è difficile e scabro, esso rappresenta comunque una certezza: l’altrove invece, per quanto bramato, rimane indeterminato e può riservare sorprese sia in positivo sia in negativo. Comunque si deve rischiare. In fondo, questo che altro è se non una ricca metafora della vita? E sulla metafora, a partire da questa di base, è costruito l’intero libro, tutto materiato di un linguaggio colto, in cui si uniscono termini letterari a termini di lessici specifici, per creare una sorta di denso amalgama dove l’io non si pone in una solipsistica evidenza, ma, al contrario, si confronta sempre con un tu, ampio indizio del fatto che il percorso della vita non è cosa da poter fare da soli.
Eugenio Salvino