Vite zigane perdute nella metropoli d’Occidente
Napoli-Calarasi Express, ovvero una distanza geografica che si assottiglia (con l’entrata della Romania in Europa, il primo gennaio 2007), mentre riesplode in forme attuali un “conflitto di civiltà” antico come l’uomo: quello tra i “nomadi” e i “sedentari”.
In una Napoli allucinata e devastata dai roghi di diossina e dalle montagne di spazzatura si dipana il dramma collettivo di una migrazione invisibile, di un implacabile respingimento di terraferma, quello dei rom rumeni, comunemente conosciuti come ţigani, di fronte al quale le istituzioni locali e l’opinione pubblica manipolata dai media appaiono cinicamente inerti. Tre famiglie di rom, quelle di Cătălina Iancu, di Ion Costache e di Viorica Nicuşor, provenienti dalla cittadina-fantasma di Călăraşi, alle prese con la difficile arte della sopravvivenza nei kampi spontanei della periferia, tra incendi accidentali e attentati goliardici, sgomberi forzati in assetto anti-sommossa, rastrellamenti di minori ai semafori e accuse indiscriminate di sfruttamento sessuale dei minori. Stritolate tra il razzismo ipocrita delle istituzioni che sottrae i figli ai genitori zigani per proteggerli dalla loro “cultura” e la barbarie della massa inferocita, pilotata da ’o Sistema della camorra locale, le storie di questi ultimi tra gli ultimi, composte in un romanzo dalla vocazione epico-corale, con tecniche di montaggio sperimentale e inserti di mimesi linguistica, ci parlano della nostra presente irriducibile disumanità.