La reciprocità del quarto comandamento
La famiglia è realtà naturale propria dell’umanità, già presente prima che qualunque precetto religioso o prescrizione di legge ne dettasse l’istituzione. Essa rappresenta quel terreno fertile che accoglie i figli, come seme delle nuove generazioni, a cui deve assicurare crescita e sviluppo in ogni senso, per garantire la realizzazione dei loro personalissimi progetti di vita. Nel primo capitolo l’autore parla della “carezza” come metafora di ascolto, accoglienza, comprensione e prestazione di aiuto al piccolo, al povero e al bisognoso. Nel secondo capitolo l’attenzione si sposta sulla “croce”, che da strumento di morte diventa via privilegiata per accedere alla Vera Vita, illuminando e unendo la relazione verticale genitori-figli alla relazione orizzontale tra coniugi, fratelli e prossimi tutti. Infine nel terzo capitolo l’autore propone un racconto in cui espone la storia di una famiglia con tutta la complessità delle relazioni umane e con esempi concreti di gestione funzionale e disfunzionale dell’onore, con lo scopo di concludere che il Quarto Comandamento è depositario della nozione di primo livello nell’ambito della dottrina sociale della Chiesa, a patto che venga letto correttamente nella reciprocità e nella universalità degli intenti.