Vi siete mai sentiti addosso quella smania? si, quella smania di prendere una penna in mano e immortalare su carta quello che provate? Proprio un attimo, ecco perché. Perché quello che provate dura un attimo e nessuno vuole che finisca (certo, dipende dal sentimento). Ma se poi siete a casa abbattuti, stanchi morti sul letto per la giornata pesante e volete rivivere quell’attimo che vi è rimasto impresso il giorno prima? Solo se avrete scritto potrete rivivere. Le fasi della nostra vita sono importanti, non vanno dimenticate. Esse vanno immortalate e rivissute ogni qual volta cresciamo, come quando raramente, magari una o due volte l’anno perdiamo ore e ore a sfogliare le vecchie foto ricordo. Rileggere quello che abbiamo scritto significa guardare le fotografie che abbiamo fatto al nostro cuore, chissà in quale tempestosa situazione. Rivivere quello che è passato è l’unico modo per vedere che siamo andati avanti, perché dalla posizione in cui ci troviamo guardiamo il passato dall’alto del nostro progresso. Per questo scrivo, perché so che domani la poesia che ho scritto oggi io me la mangio! “La meta non è un posto, ma è quello che proviamo” – M. Mengoni, e se quello che proviamo oggi è più grande di quello che provavamo ieri stiamo crescendo. E poi, non è forse toccante rivedere con il cuore vecchissimi periodi della nostra vita? Talmente vecchi che sembra quasi che guardandoci rivediamo in noi nostro figlio o nostra figlia? La nostalgia ci da una forza incredibile. E con questo giuro che ho finito di fare l’avvocato della scrittura. Buona lettura!
