Rileggendo l’Unico e la sua proprietà
La critica di Max Stirner, al pari di quella giuspositivistica, mirando alla dissoluzione di ogni valore assoluto, riconduce la costruzione dell’esperienza umana a un atto di volontà dell’individuo, il quale, irriducibile a ogni metafisica tradizionale e a ogni tipo di autorità ereditaria, crea e ricrea la propria esistenza e il mondo in maniera autonoma e incondizionata. In questo senso, la matrice non-cognitivistica comune sia al pensiero stirneriano che a quello giuspositivistico – oltre a denunciare il fondamento tipicamente universalistico e oggettivistico del giusnaturalismo, sempre volto ad annullare il punto di vista del soggetto e a determinare aprioristicamente quali valori e quali regole di vita egli è tenuto a seguire – fornisce l’occasione per una sorprendente quanto affascinante svolta vitalistica e materialistica, “all’insegna di una ontologia costruttivista, la quale, propugnando una concezione affermativa dell’essere, mira alla distruzione dei valori esistenti e alla continua creazione autonoma di nuovi valori”.