Racconti in rima
Tra memoria e immaginazione. Racconti in rima è il viaggio dell’autore nel flusso dei lontani ricordi dell’infanzia e della giovinezza – di una civiltà contadina – dove albergano donne, uomini, situazioni, luoghi di un territorio: il Cilento, le “Langhe del sud” – come qualcuno le ha definite – del suo paese, Prignano. L’autore, al culmine della propria esperienza di vita, si volge indietro e, con sguardo nostalgico e a tratti divertito, recupera immagini ancora vive nella memoria, bozzetti, quadri di una realtà, di una umanità che rischiano di svanire, perdersi, per l’oblio generato dal tempo nel suo divenire. Si racconta e ci racconta storie con la spontaneità di un lessico diretto, comico, ironico, caricaturale, che gli è familiare, non estraneo ad alcuni filoni della tradizione poetica realistica popolare, dove il vernacolo, con la sua naturale vitalità, mostra la forza del proprio verismo espressivo. Il dialetto è patrimonio linguistico da proteggere, avverte l’autore nella poesia “Non si deve modernare”, la madre lingua capace di penetrare ed eternare la realtà del mondo da cui veniamo; ricchezza che va difesa, valorizzata, divulgata, insieme al tesoro di esperienze che in essa vive, sostrato della storia personale e familiare di ciascuno di noi. Stagioni della vita, ma anche stagioni dell’anima: “Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà” scriveva Pier Paolo Pasolini.