Vita di San Chirico martire

Vita di San Chirico martire

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Il Martire Chirico è il protettore di San Chirico Raparo, suggestivo paese situato in provincia di Potenza, che lo festeggia solennemente il 15 luglio. Nacque a Konya, città dell’antica Licaonia, in Asia Minore; sua madre, Giulitta o Giuditta, apparteneva a una famiglia principesca. I genitori della nobildonna erano ferventi cristiani, pertanto la educarono alla luce degli insegnamenti evangelici. La prematura scomparsa dell’amatissimo consorte le provocò un’indicibile sofferenza. Tuttavia, animata dalla sua grande fede in Dio, si prodigò per impartire al suo diletto figlio un’esemplare educazione cristiana. Il piccolo Chirico, o Quirico, crebbe circondato dall’affetto familiare. Purtroppo, i tempi erano tremendi: vissero all’epoca dell’imperatore Diocleziano, caratterizzata dalla terribile persecuzione dei cristiani. Santa Giuditta, costretta ad allontanarsi da Konya con il piccolo Chirico, trovò rifugio a Tarso, la città di San Paolo, l’Apostolo delle genti. Sfortunatamente, fu catturata insieme al suo bambino per ordine dello spietato governatore Alessandro. L’epilogo fu tragico: San Chirico e Santa Giuditta vennero martirizzati nel 304 (o 305) dell’era cristiana. Il loro glorioso martirio contribuì all’affermazione del messaggio salvifico della fede in Gesù Cristo.

Pubblicazione
04/2022
Pagine
77
Formato
cm 14,8 x 21
ISBN
9788855122672

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1 recensione per Vita di San Chirico martire

Vincenzo - 07 Giu. 2022
“Nomina nuda tenemus”. Leggendo la Vita di S. Chirico Martire, pubblicata recentemente da Giuseppe Aloisio, viene alla mente la sentenza conclusiva del Nome della Rosa, secondo cui le cose una volta svanite rimangono consegnate alle parole, seppur prive della loro primigenia pregnanza. Il concetto bene si adatta all’agiografia, il genere letterario che un tempo fu eminente e oggi sembra diventato un “puro nome”, un insieme di suoni soltanto. La circostanza non ha scoraggiato Giuseppe Aloisio, infatti alla forma agiografica tradizionale si è affidato senza titubanze, rinfrancato da quello speciale sentimento definito da Dante “carità del natio loco”. Nel caso particolare l’ispirazione trae origine da S. Chirico Raparo, minuscolo centro della Lucania dove devozione religiosa e orografia risultano inscindibili. L’impegno dell’autore non si limita però alla vicenda biografica del Santo e alla straordinaria testimonianza di fede tramandata dalle fonti. Nelle pagine successive, attraverso la toponomastica e la dedicazione di chiese piccole e grandi, si registrano e illustrano le numerose tracce del culto diffusosi in tutta la cristianità subito dopo la morte, nel IV secolo, del Martire bambino e della madre Giuditta. L’affezione di Aloisio per il “natio loco” si fa più palpitante nell’ultima parte, quando l’argomento diventa S. Chirico Raparo, i suoi templi, i Santi e soprattutto i festeggiamenti in onore del Martire eponimo, il 15 luglio di ogni anno, con un insieme di consuetudini religiose e laiche che richiamano l’atmosfera irreale di un piccolo mondo antico. Allora il borgo, oramai abitato da poche centinaia di persone, come per miracolo torna a brulicare di voci, le strade si animano di residenti e compaesani arrivati per la fausta occasione da ogni regione d’Italia. Preghiere, canti religiosi, rintocchi di campane a festa annunciano e accompagnano la processione intrecciandosi ai vivaci conversari di chi si ritrova dopo molti mesi, mentre riecheggiano le note allegre delle bande e al calare della notte i bagliori dei fuochi d’artificio sembrano lanciare al cielo i colori smaglianti delle luminarie . (Vincenzo Perugini)