Attraverso la storia di Alice Domon, riscopriamo le pagine più nere della storia argentina. Siamo nel 1977 e a dittatura di Videla fagocita vite umane. Tra queste c’è anche quella di una suora francese, Alice Domon. Lei come migliaia di altre persone viene risucchiata da un buco nero, un nulla che avanza e spaventa. La Domon non è altro che un’etichetta che in quei tempi diceva tutto: desaparecida. La storia parla di un biglietto aereo di sola andata verso il mare aperto, la stiva che si apre e vomita uomini e donne nel mare. Silenzio.
Stefano Motta ci riporta tra le madri di Plaza De Mayo e non si limita a raccontare fatti e testimonianze. L’autore usa le due prospettive opposte per farci vivere il momento in cui si consuma un dramma agghiacciante. Chi legge ha gli occhi della vittima e del carnefice. Due percorsi paralleli che finiscono per incrociarsi nell’unico epilogo possibile.
Illuminare il buio è un atto dovuto per onorare la memoria di giovani vite spezzate e Motta adempie a tale dovere con una narrazione pregevole. Consigliato.