"Ci sono libri che non hanno tempo ed è bello rileggere: prestandosi a più letture quando li riprendi in mano ti svelano di volta in volta significati più profondi. Loreta Failoni è autrice di diversi libri di successo, il suo romanzo d’esordio, «La bisettrice dell’anima», l’ha condotta non solo in Italia ma anche oltreoceano, è vincitore peraltro di svariati premi fra i quali il prestigioso Firenze per le culture di pace, dedicato a Tiziano Terzani (quinta edizione). Affronta il tema dell’orrore e della violenza della Shoah invitando il lettore a una profonda riflessione sull’insensatezza e sulla tragedia della guerra, lanciando al contempo un messaggio di speranza.
Le vicissitudini di Anne, nipote di uno stimato matematico ebreo che le trasmette la passione per «l’universalità del linguaggio matematico», si intrecciano magistralmente con quelle degli altri personaggi; seguendo gli insegnamenti del nonno lei riesce a sopravvivere all’orrore e a salvarsi dall’odio. È proprio Anne a svelare curiosità riguardo a famosi pensatori e matematici, fra i quali Pitagora, Newton, Einstein, Eulero ma anche donne altrettanto straordinarie come la celeberrima matematica della storia antica Ipazia di Alessandria o la matematica e fisica russa Sofia Kovalevskaja, citando alcuni nomi a titolo esemplificativo. Nell’incalzante susseguirsi della narrazione, la matematica è protagonista assoluta, poiché consente di capire e restituire un ordine alle situazioni.
«Il numero è nell’arte come nella scienza. L’algebra è nell’astronomia e l’astronomia confina con la poesia.
«L’anima dell’uomo ha tre chiavi che aprono tutto la cifra, la lettera, la nota. Sapere, pensare, sognare.»
Questa emblematica citazione di Victor Hugo apre il ventitreesimo capitolo del romanzo, svelando il senso profondo della narrazione..." da recensione di Daniela Larentis su L'Adigetto