In dialogo con Luciana Grillo e Edizioni del Faro alla Libreria Ubik Trento; 23.11.2023.
Onorata della calda accoglienza e della partecipazione attenta.
In questi giorni, tra le notizie che arrivano e il 25 novembre alle porte, il tema della violenza si trova più al centro del solito. Come ho detto anche ieri sera (e continuo a ripetere): dobbiamo però fare attenzione a non lasciar prevalere il giudizio e la rabbia di fronte a certe situazioni, dobbiamo dare più spazio e valore alle soluzioni. Altrimenti non si fanno passi avanti.
Ci sono degli equilibri tra l'uomo e la donna che rischiano di essere superati in senso opposto e, infatti, ci sono sempre più donne che temono o odiano gli uomini. Andando verso questa direzione nulla si risolverà. Dovremmo parlare dell'uomo e la donna 'insieme', di relazioni e rispetto reciproco, del potere che entrambi possono quando si uniscono.
Cercare colpevoli, dare giudizi, aggredire, auto convincersi di essere dalla parte giusta, non è sicuramente un segno di crescita né di evoluzione. E' un punto fermo. E ancora non lo abbiamo capito. Nonostante le tragedie che si ripetono, continuiamo a indignarci, ad accusare i tribunali e lo stato, a temere gli uomini perché sono maschi, piuttosto di fare il primo passo. Dobbiamo prima di tutto lavorare su noi stessi e fare qualcosa di concreto, invece di parlare. Dobbiamo cambiare la testa e il cuore profondamente, prima di cambiare le leggi.
Al di là di tutte le notizie che arrivano, dobbiamo riflettere. Dobbiamo toglierci il giudizio di dosso e ascoltare. Dobbiamo anche lasciare spazio e voce ai giovani, confrontandoci con loro.
Ora, non giustifico alcuna morte per via della gelosia e la possessione, ma ribadisco: dobbiamo parlare di persone, senza distinzione. Dobbiamo educarci, per educare, tutti quanti. Tutti noi. E dobbiamo parlare tra uomini e donne, non lottare. Altrimenti generiamo nuovi conflitti.
Impariamo ad ascoltarci e ad ascoltare veramente. E allora tutto cambierà.
Con affetto e sincerità,
Sara Conci