Paolo Pardini con il suo "Ombre russe" al Festival a Casa di Alda Merini

Paolo Pardini con il suo "Ombre russe" al Festival a Casa di Alda Merini

Paolo Pardini con il suo "Ombre russe" al Festival a Casa di Alda Merini

Torna a Milano, in Casa Alda Merini, Paolo Pardini con il suo romanzo dal ritmo incalzante e ricco di tensioni.

Gli occhi di Julia, una militante comunista che non vuole arrendersi al crollo dell’Unione Sovietica, si materializzano all’improvviso tra le macerie del palazzo del governo della Transnistria, appena bombardato, e segnano il destino di un giornalista italiano inviato là a raccontare un conflitto dimenticato. La storia d’amore travolgente, che tutti abbiamo sognato di vivere, corre dentro il conflitto tra popoli che solo il forzato collante sovietico era riuscito, per un cinquantennio, a contenere dentro le maglie della convivenza. Una piccola “Guerra e Pace” di fine millennio dove le emozioni riempiono ogni pagina e ti tengono incollato al romanzo fino all’ultima riga. Ombre russe è ambientato nel 1992, durante le ostilità tra la Moldavia e l’autoproclamata repubblica di Transnistria, russofona, rimasta fedele a Mosca: due regioni, ai confini dell’Ucraina, considerate possibili bersagli delle mire espansionistiche del nuovo Zar. I luoghi del romanzo sono gli stessi della guerra scatenata da Putin, il 24 febbraio 2022, come identico è il malessere di fondo a trent’anni di distanza: la questione irrisolta dell’orgoglio russo ferito l’8 dicembre del 1991, quando l’Unione Sovietica si dissolse e venne ammainata la bandiera rossa sul Cremlino.