PROCESSO A MILANO Amianto, tutti assolti gli ex manager Pirelli. Proteste in aula: «Vergogna»
CRONACA
[Vivimilano]
PROCESSO A MILANO
Amianto, tutti assolti gli ex manager Pirelli. Proteste in aula: «Vergogna»
Nel secondo filone dell’inchiesta sui 28 operai morti o ammalati negli stabilimenti milanesi a causa dell’amianto. I parenti delle vittime: «Uccisi due volte»
di Redazione Milano online
[La protesta dei familiari delle vittime in tribunale (Fotogramma)] La protesta dei familiari delle vittime in tribunale (Fotogramma)
Sono stati tutti assolti con formula piena i sette ex manager di Pirelli accusati a Milano di omicidio colposo e lesioni gravissime per i 28 casi di operai morti o ammalati a causa dell’amianto, dopo aver lavorato negli stabilimenti milanesi dell’azienda tra gli anni ‘70 e ‘80. Lo ha deciso il giudice della quinta sezione penale del Tribunale Annamaria Gatto. I familiari delle vittime hanno protestato urlando «vergogna» e che «gli operai - riporta uno striscione - sono stati uccisi due volte, dai padroni e dai giudici».
Le richieste
Il pm Maurizio Ascione aveva chiesto condanne a pene comprese tra i 4 anni e mezzo e i 9 anni di reclusione per sei ex dirigenti Pirelli. In particolare, aveva sollecitato le condanne per Ludovico Grandi e Gianfranco Bellingeri, amministratori delegati della Pirelli negli anni ‘80, rispettivamente a 9 anni e a 6 anni di carcere. Chiesta la condanna anche di Guido Veronesi (5 anni e 6 mesi), fratello dell’oncologo ed ex ministro Umberto e anche lui deceduto nel frattempo, di Piero Giorgio Sierra (7 anni), ex presidente dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, di Omar Liberati (5 anni e 6 mesi), di Gavino Manca (4 anni e 6 mesi) e di Armando Moroni (4 anni e 6 mesi). Il pm Ascione aveva invece chiesto l’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato» di altri tre ex dirigenti - Roberto Picco, Gabriele Battaglioli e Carlo Pedone - che ricoprirono un ruolo ai vertici di Pirelli per un arco limitato di tempo.
La protesta dei familiari
Il giudice Annamaria Gatto ha deciso di assolvere tutti e 7 gli imputati (erano 9, uno è deceduto e la posizione di un altro è stata stralciata). I familiari delle vittime e hanno protestato urlando «vergogna» contro la sentenza pronunciata dal giudice della quinta sezione penale e hanno esposto striscioni con le scritte: «Operai uccisi 2 volte: dai padroni e dai giudici» e «Ricordare tutti i lavoratori uccisi in nome del profitto».
Il ricorso
«Una decisione antioperaia gravissima perché ha sancito l’impunità per i responsabili della morte di 28 lavoratori», dichiara in una nota il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, che si era costituito parte civile. «La sentenza emessa dal tribunale - si legge in un’altra nota firmata dal segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini - non rende giustizia alle famiglie delle Lavoratrici e dei Lavoratori coinvolti, aprendo scenari inquietanti rispetto alle responsabilità dei gruppi dirigenti nella tutela della salute dei propri dipendenti». «La Camera del Lavoro di Milano e la Filctem - conclude la Bonini - annunciano fin da ora che verrà valutata l’ipotesi del ricorso insieme ai propri legali dopo il deposito delle motivazioni della sentenza. Come nel caso del processo Eternit di Torino, ancora una volta a pagare sono i Lavoratori oggi uccisi per la seconda volta».
19 dicembre 2016 | 14:04
Quando
Dal
21 Dic. 2016
al
25 Mar. 2024